Dentro la Parola

Domenica VIII T.O./A 26.02.2017 di che cosa ti (pre)occupi?

Il Signore sia con voi .

E con il tuo spirito.

 

Dal  Vangelo secondo Matteo.

Gloria a te, o Signore.

 

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni perché o odierà l'uno e apprezzerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non pre-occupatevi per la vostra vita di quello che mangerete o berrete né per il vostro corpo di quello che indosserete: la vita non vale forse più dei  cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano non mietono né raccolgono nei granai eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi per quanto si preoccupi può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito perché vi pre-occupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano, eppure io vi dico che neanche Salomone in tutta la sua gloria vestiva come uno di loro. Se Dio veste così l'erba del campo che oggi c'è e domani si getta nel forno non farà molto di più per voi gente di poca fede? Non pre-occupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? che cosa berremo, che cosa indosseremo?" Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il  padre vostro celeste infatti sa di che cosa avete bisogno! Cercate invece anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non pre-occupatevi del domani perché il domani si pre-occuperà di se stesso... A ciascun giorno basta la sua pena ».

 

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo.

 

Trascrizione dell'omelia

(Ho evidenziato anche graficamente "pre-occuparsi"...)

 

Abbiamo ascoltato la parola del Signore che ci dà serenità.

Il Vangelo, come tutta la Sacra Scrittura, abbiamo ormai imparato a leggerlo con tranquillità, non rigidamente, quasi fosse un magico oracolo, un totem e tabù spaventoso... Abbiamo imparato a leggere il Vangelo senza paura e tremore. Sappiamo che è Gesù che parla, amabilmente, normalmente, così come anche noi  parliamo ogni giorno con chi amiamo. Abbiamo acquisita la contiguità parola-parabola...

Oggi Gesù ci insegna a vivere non sempre ansiosi e preoccupati, ma semplicemente a occuparci delle cose con saggezza e con fede.

Se ci invita a non preoccuparci non vuol dire che dobbiamo  dormire dalla mattina alla sera, se ci dice di guardare gli uccelli del cielo che ricevono cibo ed i gigli, i fiori, che ricevono la loro bellezza senza fatica non vuol dire che non dobbiamo darci da fare. Non vuol dire che non dobbiamo occuparci delle cose: occuparci con impegno e serenità... sì, pre-occuparci ansiosamente e sfiduciati... no! 

 

Al centro di questo bellissimo Vangelo c'è appunto la serenità perché ci ricorda e ci insegna che siamo sempre e comunque nelle mani forti e amabili di Dio che è padre e, nella prima lettura, anche madre...

 

Dobbiamo darci da fare e prenderci "cura" della nostra vita. Gesù in un'altra... "parabola", dei talenti, rimprovera il pigro fannullone che viene cacciato via...

 

Qualcuno che non sa o non può o non vuol comprendere queste parole di Gesù critica e ironizza  Candidamente leggendo "guardate gli uccelli del cielo e i gigli di de il campo" mentre considera i quotidiani  avvenimenti tristi. Dov'è la Provvidenza di Dio? Siete sciocchi a seguire la fede... Ecco, mettiamo  i puntini sulle i:  diamoci da fare ma con serenità e  con speranza, non  come dei condannati.  Beati gli afflitti... non è che dobbiamo cercare le difficoltà della vita ... ma le difficoltà della vita le sappiamo affrontare come e con Gesù. Egli è andato avanti e non dice "Armiamoci e partite" ma è partito lui davanti a tutti in una sua vita terrena piena di gioia e di  amore e di bellezza ma anche di dolore, sofferenza e sacrifici.

 

Ecco questa nostra liturgia ci infonde speranza con le parole del Vangelo. Anche la prima lettura ci abbraccia dell'amore di Dio. Egli non ci abbandona: sono quattro righe, del profeta Isaia, paragonato ai più grandi poeti dell'umanità, come Dante Alighieri... "anche se una donna dimenticasse il frutto del suo grembo (e purtroppo qualche volta accadeva e... accade) io, il Signore, non ti abbandonerò...  

 

fSiamo chiamati ad una iducia attiva nella Provvidenza di Dio, anche nelle attuali difficoltà con i problemi di lavoro, agricoltura,  turismo della nostra Regione... il Signore non ci abbandona.

Diamoci da fare per questi problemi ma non dimentichiamo e ricordiamoci  un po' di più  della preghiera,  la parola di Dio, le leggi del Signore, la giustizia anche nel  lavoro, (lavoro nero o indegno),  come vengono trattate certe persone , la donna nella società ...

Noi cristiani siamo chiamati a trovare l'equilibrio tra questo occuparci e pre-occuparci:  non è facile ma si trova con l'esperienza della vita, con la preghiera, camminare insieme... tra noi e con il Signore che ci precede... e ringraziamo il Signore di questi suoi orientamenti.

 

 Con il rito delle ceneri mercoledì  iniziamo un tempo di speranza un tempo in cui ritroviamo un equilibrio maggiore: che sia un tempo  in cui possiamo avere la gioia di riscoprire la bellezza di potersi confidare,  di potere vedere negli altri non dei concorrenti ma dei  fratelli, delle persone su cui possiamo contare in una vita comunitaria...

 

Abbiamo detto una preghiera  meravigliosa (come sempre è la preghiera della Chiesa specialmente  quella liturgica) e la ritrovate all'inizio del foglietto:

Concendi o Signore che il corso degli eventi nel mondo la storia, gli avvenimenti, tutte queste "cose" di ogni giorno, da sempre, ed esprime  la fede e la vita cristiana...

 

Concedi che il corso degli eventi nel mondo si svolga secondo la tua volontà   noi diciamo ogni giorno nel Padre Nostro "sia fatta la tua volontà" e diciamolo attentamente e con entusiasmo, non con rassegnazione, non come un "purtroppo sia fatta la tua volontà..." perché la volontà di Dio è un  disegno meraviglioso,  quello della salvezza cioè della nostra felicità magari anche se non piena sulla terra (perché vediamo che è umanamente impossibile farla) nella giustizia e nella pace...

 

e che la tua Chiesa e noi diciamo: tutti quanti noi cristiani che ci chiamiamo cristiani figli della Chiesa possiamo dedicarci con serena fiducia  (impariamo a memoria questa preghiera!)

 

al tuo servizio    come?... servizio?!    Sì!  Ed è bello scoprire che  quando mi preoccupo cristianamente per la mia famiglia, la casa, il lavoro... io amo e sono al servizio di Dio. Quando sono egoista e penso solo a me stesso sono fuori strada... adoro la ricchezza, sono un idolatra. Sono uno schiavo.

Non basta una vita per imparare a diventare cristiani e veri discepoli di Gesù. Ci occorre soprattutto l'aiuto del Signore per convertirsi e camminare nelle sue vie. Questa liturgia,   quest'incontro con il Signore ci aiutino ancora una volta a fare almeno  un passettino, a rinnovare la nostra buona volontà con impegno + serena fiducia.

 

Si, Signore, desidero camminare nella tua via.

E magari, uscendo di Chiesa, cerchiamo tutti (a cominciare da me!) di ricordarci almeno uno dei propositi fatti!...

 

19 febbraio - Domenica VII del T.O./A

â—„Aleppo 

 

l'omelia  

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Vivere sinceramente e umilmente il cuore della Legge

L'omelia  di Domenica 12 febbraio VI del T.O./A

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Domenica 5 febbraio 2017 - V del T.O.

L'omelia  sale e luce del mondo. NOI !

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Domenica 29.01.2017 - III T.O. /A

Beati... sì, ma la strada è in salita...

L'omelia