Dentro la Parola

Domenica XXXII - In Paradiso ti accompagnino gli Angeli... Il senso della vita

Clicca

sul 

link con il simbolo

mp3 

per ascoltare

(pazientemente)

 l'omelia  

OM161106BOM161106B [10.922 Kb]

Preghiamo per il terremoto

Padre,

noi crediamo in te e nel tuo amore

anche se la terra trema e i nostri cuori

sono sconvolti dalla paura e dall'angoscia.

 

Resta con noi in questo tempo di fatica e di dolore.

Ci sentiamo smarriti, impotenti e tentati di cedere alla rassegnazione e al pessimismo.

 

Ridesta in noi la speranza

e accresci la nostra fede davanti al mistero della vita e della morte.

Fa' che le lacrime di coloro che hanno perso la casa e gli affetti più cari

si aprano all'abbandono fiducioso nella tua provvidenza.

Dona loro la forza e il coraggio necessari per la ricostruzione.

 

Suscita in tutti noi, che assistiamo inermi alla forza distruttrice del terremoto

in centro Italia,

il desiderio di aiutare chi è nel bisogno.

 

Il tuo abbraccio di Padre raggiunga tutti i tuoi figli che si sentono persi e scoraggiati.

Te lo chiediamo per Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore.

Amen.

--------------------------------------------------

(Gente in preghiera a Norcia  - Ed. Shalom - testo e foto)

Preghiera umile

Domenica 23 ottobre 2016

- XXX del T. O./C

 

Anche in questa Domenica abbiamo l’argomento della preghiera, come la Domenica scorsa sulla preghiera perseverante, quasi insistente; la Domenica precedente sulla preghiera di lode e gratitudine a Dio.

 

Oggi, con  la parabola del fariseo e del pubblicano e con la prima lettura del povero che invoca Dio impariamo che la preghiera gradita a Dio (e altrimenti a chi dovrebbe essere gradita?!) deve essere anche una preghiera “umile”,  e confidente.

 

Ci domandiamo subito: la mia preghiera oltre che spontanea, immediata… è anche umile, educata, gentile o è addirittura maleducata davanti al Signore? Come tratto il Signore nella mia preghiera? Lo tratto come un servitore dei miei comandi o capricci come fanno tanti nostri figli di fronte ai genitori, ai nonni, quando  “chiedono” qualcosa a scuola, nei negozi, eccetera…?

 

Ascoltiamo l’insegnamento di Gesù sulla preghiera, quella vera, il modo di pregare che Egli ci insegna e che noi dobbiamo imparare (e insegnare, umilmente, a nostra volta).

 

Non una umiltà fatta soltanto di buone maniere ma umile e confidente ed impegnata..

 

Dobbiamo imparare a riconoscere ed accettare i nostri limiti e le nostre stesse fragilità di fronte a  Dio grande e misericordioso, che non ci schiaccia con la sua divinità ma si china sulla nostra piccolezza, (come) un padre e una madre sul bambino.

 

Il fariseo della parabola in realtà non esprime una preghiera, non chiede nulla perché crede di avere già tutto, crede di essere perfetto. Io sono bravo, io ho fatto questo, io ho fatto quest’altro… E soprattutto è fuori strada perché disprezza un uomo, che dovrebbe considerare fratello, figlio di quello stesso Padre che sta pregando pur così malamente. Come può Dio ascoltare chi si rivolge a Lui sparlando e disprezzando il prossimo? Dio vuole che i suoi figli vivano fraternamente e d’accordo.

 

Impariamo dalla parabola di Gesù, come certamente anche anche dalla nostra esperienza, perché le persone saccenti, orgogliose, quelle che capiscono tutto loro non sono amate...

Questa parabola di Gesù e ci insegna che proprio quando l’abbiamo combinata grossa e ci sentiamo quasi respinti da Dio, Egli invece ci accoglie e ci ama. Ascoltando e leggendo questa parabola mettiamo al centro della nostra attenzione non il fariseo, ma  il pubblicano per scoprire la bellezza dell’essere amati da Dio proprio nella nostra fragilità PIU' del giusto che crede di non aver bisogno di salvezza.  Gesù non dice questa parabola per condannare il fariseo ma, soprattutto, per insegnarci a impersonare tranquillamente il pubblicano. È più facile, infatti, più comodo e  politicamente corretto condannare - ovviamente e senza impegno - il fariseo dando ragione (ma mettendolo in un angolo) l’umile e disprezzato pubblicano… quasi commiserandolo! Ma il pubblicano siamo noi! E non da commiserare, ma da valorizzare: "BEATI"! La Madonna fa testo! E' da commiserare anche lei?! Giustificato lui. Piena di Grazia Lei.   E io? E tu?

 

È istintivo, nel bambino (e già… in Adamo ed Eva) nascondersi dopo aver rubato la marmellata o la Nutella… Non nascondetevi, dice Gesù, perché - ancora una volta - Dio preferisce il malato piuttosto che il sano (o chi crede di essere sano…).

 

Chiaramente c'è anche: "perdona a noi come anche noi perdoniamo ai nostri fratelli" e non possiamo disprezzarli mai e, tanto meno, nella preghiera che diventerebbe una farsa.

Mica male, questa parabola! 

Dunque preghiera umile, confidente, direi anche “penitente”, convertita, di fronte a Dio. 

Non temere Dio ma avere con Lui filiale e sincera confidenza. Specialmente quando la NORMALE e naturale  fragilità emerge e tracima.

 Ed anche impegnata con i fratelli.

Non disprezzare e trascurare il prossimo ma cercare sincero dialogo e comprensione anche nella correzione fraterna e nel perdono. Il Signore ha pazienza con noi e non si stanca mai… Anche noi dobbiamo provarci ad avere pazienza e dialogo con i fratelli. Altrimenti la nostra preghiera non è accettata dal Signore, non penetra le nubi - come insegna la prima lettura -  è sbagliata, inutile, forse addirittura offende il Signore.

 

Mi piace ricordare che nella santa Messa prima di dire il Padre nostro, richiamiamo la necessità di pregare umilmente con le parole: “osiamo dire”. Si, osiamo… Perché Dio è Dio, è grande, infinito, eterno, onnipotente, bello, splendente... certo anche Misericordioso…

Gesù ci insegna confidenza ma anche umiltà. Chi sono i primi, i giustificati davanti a Dio? Chi sono gli ultimi? Attenti! Perché il fariseo convertito diventa gradito a Dio e da vero ultimo diventa vero primo… Ma poi se ne vanta e diventa di nuovo ultimo! E il pubblicano a sua volta da vero primo può diventare fariseo… E il gioco continua! Così nel racconto dell’adultera perdonata Gesù non dice soltanto: - sei perdonata, ma anche: - non peccare più. E chi ne conosce il seguito della storia?

Umiltà e impegno e ritorno continuo nelle mani di Dio. È lui che giustifica, non le nostre opere che restano sempre dono di Dio… (Un po’ complicato?…Meglio così!).

 

- Non pensate, ci dice Gesù (in questo anno centenario del Protestantesimo) di salvarvi da voi stessi, non illudetevi di fare a meno di Dio…  Questo fariseismo molte volte è presente non solo in noi “praticanti” ma anche, e talvolta in forma pesante ed oppressiva, proprio da stalking, anche in non-credenti o mal-credenti. Spesso i più giustizialisti (anche scientisti, vip e grandi della terra (aquile e polli) rientrano nella categoria dei più fanatici e spietati farisei. Animo! Pazienza! Intelligenza! Preghiera! Perdono! Buon esempio! Dialogo e cooperazione… E' tutto un programma!

 

Come sempre al centro ci sia l’amore, anche sofferente per fratelli sotto lo stesso sole o pioggia  di Dio… Miseria e meraviglia. Giustizia e misericordia… Umiltà e splendore…

 

Noi in questa Liturgia chiediamo al Signore che ci accresca sempre questi sentimenti (...VIRTù TEOLOGALI: FEDE, SPERANZA E CARITA'...)   e che non cadiamo mai in sentimenti di orgoglio, superbia, prepotenza, bullismo dei ragazzi e le guerre dei grandi…  Chiediamo che ci doni equilibrio tra tacere e parlare, sopportare e saperci difendere, accettare le proposte altrui e saperne proporre delle nostre, eseguire un po’ e anche un po’ comandare… Perché fariseo e pubblicano sono UN PO', di fatto,  complementari  ma è difficile comprenderne la misura. Con l’aiuto di Dio!

Anche riguardo a ragazzi e giovani che talvolta ci sembrano... "un po’ troppo sicuri di sé…" impariamo ad ascoltare ma anche a dire: non è vera umiltà tacere quando si deve parlare e testimoniare… E' troppo comodo, non è umiltà quando dobbiamo risvegliarci nelle famiglie, a scuola, nella società e sempre!

 

Queste Domeniche che ci invitano alla preghiera non passino inutilmente: rinnoviamoci davvero in una preghiera confidente, un po’ insistente e più diffusa, in una preghiera di ringraziamento, di lode e, con l’insegnamento di oggi, in una preghiera umile ma anche impegnata.

 

Clicca sul link con il simbolo mp3 per riascoltare il Vangelo della Domenica (Parabola del fariseo e dell pubblicano).

Vangelo161023Vangelo161023 [2.063 Kb]

Non stancarsi mai di pregare - 16 ottobre 16

Clicca

sul 

link con il simbolo

mp3 

per ascoltare

(pazientemente)

 l'omelia  

OM161016DOM161016D [19.020 Kb]

Rendere GRAZIE a Dio - Domenica 9 ottobre 2016

Clicca sul link con il simbolo mp3 per ascoltare (pazientemente) l'omelia  

 

 

OM161009COM161009C [11.325 Kb]