Omelia 12 ottobre 2015 XXVIII T.O./A
(Ri)Rispondere all'invito a nozze, in tre tappe. La Domenica. I Popoli. L'Eternità.
Anche la parabola di oggi, degli invitati a nozze, come quella della Domenica scorsa, dei vignaioli, è molto forte: Gesù non rimprovera per deprimere o umiliare, ma ci apre bene gli occhi e ci stura bene le orecchie. E allora disponiamoci ad ascoltare veramente il Signore Gesù.
In quel tempo? Le parole di Gesù oggi sono per noi! E quanto stimolanti per il nostro dormiveglia " cristiano ".
Gesù si rivolge ai capi religiosi, agli anziani del popolo, a tutti coloro che… sono religiosi per abitudine, automaticamente. Vuole il cuore, l’attenzione ed il rinnovamento oltre la pratica stanca, scontata e senza novità di vita.
E allora... abbiamo fatto 30… facciamo 31! abbiamo ascoltato l'invito, siamo venuti, ascoltiamo anche il messaggio! Ed ascoltiamo con speranza, sereni, non per paura, ma protesi verso belle realizzazioni.
Gesù ci presenta un invito, gioioso, a una festa di nozze (per il figlio del re, che è Gesù stesso). Chiama tutti, innanzitutto i più distinti, quelli dei quali si fidava di più: ma non vanno. Sono i cristiani "annacquati", non necessariamente i capi: piccoli e/o grandi.
- E io vi abbandono, inviterò altre persone, non più voi…, dice quel re.
Manda i servitori e fa entrare persone "qualsiasi", qualunque, di tutti i colori, buoni e cattivi.
La Domenica
nel nostro tempo sembra proprio fotografata da questa parabola di Gesù. Chi va da una parte, chi da un’altra, ai propri affari… Gli invitati oggi sono innanzitutto i cristiani, cristiani di nome e di fatto … Nella parabola erano i Giudei.
Ma noi... qui ci siamo, grazie a Dio.
Questa nostra festa settimanale realizza, sia pure umilmente, il primo invito di Gesù: luci, fiori, canti, suoni, noi stessi insieme, la parola di Dio, la comunione, i bambini… Noi siamo qui e facciamo festa. Abbiamo risposto all’invito domenicale del Signore. L’avete sentito questo invito? Eppure è così! E il Signore ci aiuti a sentire sempre questo suo invito e a venire con gioia alla festa. E a renderla sempre più bella.
Altri, pur desiderandolo non possono venire, altri, pur potendo venire, pensano che queste non siano le cose più importanti… Capiranno! Noi umilmente ci siamo e ringraziamo Gesù.
Questo invito Domenicale è il primo passo.
Ma il progetto di Dio, il suo sogno, è che non solo noi ma che anche tutti i popoli, di tutti i colori, bianchi, neri, rossi, gialli… che tutti i popoli, nella famiglia, nella società, ascoltino l’invito a formare una sola famiglia, la famiglia dei figli di Dio: Gerusalemme viene additata come il simbolo di questa vera unione universale.
Così ci ricorda l'antico profeta Isaia nella prima lettura, così ci insegna Gesù: (è vicina la giornata missionaria mondiale, Domenica prossima): “Andate in tutto il mondo e insegnate il mio Vangelo a tutti i popoli”. Tutti siamo invitati a riconoscerci e a vivere da fratelli, figli di Dio, uniti nell’amore verso il vero Dio e verso i fratelli come ci ha insegnato Gesù Cristo. Il sogno che tutto il mondo diventi cristiano? Si, questo è il progetto paziente e misericordioso di Dio creatore. E noi, umilmente, ci siamo dentro.
Vedete quanto siamo ancora lontani dal compimento del progetto di Dio: ingiustizie, guerre, crudeltà… ateismo, superstizioni, ignoranza, false religiosità…
Ma chi ha risposto, come noi, oggi, Domenica, al primo invito di Dio e siamo venuti a formare nella gioia questa piccola famiglia… stiamo compiendo una cosa grande non solo per noi stessi ma per tutto il mondo.
Diventiamone consapevoli! È come un mattoncino con cui costruiamo la pace nel mondo: pensiamo un po’ in quante altre chiese, chiesette o cattedrali in tutto il mondo! In questo stesso momento (con i fusi orari) altri fratelli pregano il Signore per la pace, ascoltano la parola di Gesù, imparano le Beatitudini oltre i Comandamenti, si impegnano con amore in questo progetto di Dio…
È davvero una festa, è davvero la cosa più importante per noi e per la pace e la giustizia nel mondo. Non siamo inutili, perché così diventiamo le braccia e il cuore di Dio!
Voliamo con il pensiero: in Italia, in Francia, in Africa, in Australia, in Asia, in America, in Oceania e chissà forse su Marte! Vediamo con la mente quanti nostri fratelli in questo stesso momento, grandi e piccoli, poveri e ricchi, felici o malati o impauriti da difficoltà, da guerre… Quanti stiamo pregando insieme con gli stessi sentimenti di Gesù, quanti così, ora, stiamo costruendo la pace! Che meraviglia!
Con la parola di Dio ed il suo aiuto proviamo a disinquinare il nostro cuore, proviamo a liberarci da pensieri e atteggiamenti sbagliati, che come la polvere si depositano giornalmente in noi (immagini, impressioni, sentimenti, parole…).
Tutti insieme nel mondo la Domenica i cristiani rinnovano se stessi e aiutano il mondo a diventare più bello.
Questo è il progetto grande di Dio, il secondo passo.
Ma non dimentichiamo mai il progetto di Dio ancora più grande e, finalmente, definitivo!
Questa festa di nozze, questo trovarci insieme la Domenica attorno alla mensa del Signore, la Santa messa prepara la festa per tutti i popoli e si concluderà in cielo dove sarà completa e per sempre. Anche questo cammino più grande dobbiamo ricordare, perché qui è il senso della nostra vita: il Signore ci ha chiamato a questa vita terrena, ci chiama e ci destina alla gioia della vita eterna. È il grande invito alla festa eterna.
È la Pasqua eterna di cui l’Ultima Cena, l’Eucarestia, è simbolo e aiuto per il cammino quotidiano.
Ora ringraziamo il Signore perché è in mezzo a noi, perché abbiamo ascoltato e ubbidito alla sua voce, ringraziamolo perché ci guida per il giusto cammino.
E chiediamo al Signore che ci aiuti a non stancarci mai di compiere il bene. E se qualche volta abbiamo disubbidito o ci siamo stancati... Signore aiutaci a ricominciare da capo con gioia e con speranza.
Un’ultima parola riguarda l’impegno che Gesù, buono, misericordioso, paziente, comprensivo… tuttavia chiede. La bontà di Dio non ci rende apatici, pigri, demotivati, fatalisti. Dio fa sempre appello alla nostra volontà al nostro impegno, anche al nostro sacrificio.
Nella parabola uno che faceva il furbo, ed entra nella sala chissà come, viene cacciato fuori perché indegno, privo del serio proposito a migliorare. Tutti certamente sono chiamati (ma non c'entra la"democrazia" tronfia, parolaia e dei soli "diritti")... ma tutti certamente d_o_b_b_i_a_m_o fare la nostra parte,senza approfittarci puerilmente o con la scusa della bontà di Dio. Dio è buono e giusto. Impegniamoci a correggere le nostre non buone abitudini, rinnovandoci sempre, con l’aiuto di Dio. Un po’ ogni giorno, specialmente la Domenica. Anche papa Francesco, gesuita, ha "fatto" gli "esercizi" di S. Ignazio...
Pensare ad una bontà spontanea, disimpegnata è una illusione.