♦Estraggo meccanicamente i paragrafi della nuova Enciclica del santo Padre FRANCESCO, "FRATELLI TUTTI",
dove sono esplicitamente nominati "i giovani"
13. Per questo stesso motivo si favorisce anche una perdita del senso della storia che provoca ulteriore disgregazione. Si avverte la penetrazione culturale di una sorta di “decostruzionismo”, per cui la libertà umana pretende di costruire tutto a partire da zero. Restano in piedi unicamente il bisogno di consumare senza limiti e l’accentuarsi di molte forme di individualismo senza contenuti. In questo contesto si poneva un consiglio che ho dato ai giovani: «Se una persona vi fa una proposta e vi dice di ignorare la storia, di non fare tesoro dell’esperienza degli anziani, di disprezzare tutto ciò che è passato e guardare solo al futuro che lui vi offre, non è forse questo un modo facile di attirarvi con la sua proposta per farvi fare solo quello che lui vi dice? Quella persona ha bisogno che siate vuoti, sradicati, diffidenti di tutto, perché possiate fidarvi solo delle sue promesse e sottomettervi ai suoi piani. È così che funzionano le ideologie di diversi colori, che distruggono (o de-costruiscono) tutto ciò che è diverso e in questo modo possono dominare senza opposizioni. A tale scopo hanno bisogno di giovani che disprezzino la storia, che rifiutino la ricchezza spirituale e umana che è stata tramandata attraverso le generazioni, che ignorino tutto ciò che li ha preceduti».[10]
19. La mancanza di figli, che provoca un invecchiamento della popolazione, insieme all’abbandono delle persone anziane a una dolorosa solitudine, afferma implicitamente che tutto finisce con noi, che contano solo i nostri interessi individuali. Così, «oggetto di scarto non sono solo il cibo o i beni superflui, ma spesso gli stessi esseri umani».[14] Abbiamo visto quello che è successo agli anziani in alcuni luoghi del mondo a causa del coronavirus. Non dovevano morire così. Ma in realtà qualcosa di simile era già accaduto a motivo delle ondate di calore e in altre circostanze: crudelmente scartati. Non ci rendiamo conto che isolare le persone anziane e abbandonarle a carico di altri senza un adeguato e premuroso accompagnamento della famiglia, mutila e impoverisce la famiglia stessa. Inoltre, finisce per privare i giovani del necessario contatto con le loro radici e con una saggezza che la gioventù da sola non può raggiungere.
24. Riconosciamo ugualmente che, «malgrado la comunità internazionale abbia adottato numerosi accordi al fine di porre un termine alla schiavitù in tutte le sue forme e avviato diverse strategie per combattere questo fenomeno, ancora oggi milioni di persone – bambini, uomini e donne di ogni età – vengono private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù. […] Oggi come ieri, alla radice della schiavitù si trova una concezione della persona umana che ammette la possibilità di trattarla come un oggetto. […] La persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, con la forza, l’inganno o la costrizione fisica o psicologica viene privata della libertà, mercificata, ridotta a proprietà di qualcuno; viene trattata come un mezzo e non come un fine». Le reti criminali «utilizzano abilmente le moderne tecnologie informatiche per adescare giovani e giovanissimi in ogni parte del mondo».[21] L’aberrazione non ha limiti quando si assoggettano donne, poi forzate ad abortire. Un atto abominevole che arriva addirittura al sequestro delle persone allo scopo di vendere i loro organi. Tutto ciò fa sì che la tratta di persone e altre forme di schiavitù diventino un problema mondiale, che esige di essere preso sul serio dall’umanità nel suo insieme, perché «come le organizzazioni criminali utilizzano reti globali per raggiungere i loro scopi, così l’azione per sconfiggere questo fenomeno richiede uno sforzo comune e altrettanto globale da parte dei diversi attori che compongono la società».[22]
114. Desidero mettere in risalto la solidarietà, che «come virtù morale e atteggiamento sociale, frutto della conversione personale, esige un impegno da parte di una molteplicità di soggetti, che hanno responsabilità di carattere educativo e formativo. Il mio primo pensiero va alle famiglie, chiamate a una missione educativa primaria e imprescindibile. Esse costituiscono il primo luogo in cui si vivono e si trasmettono i valori dell’amore e della fraternità, della convivenza e della condivisione, dell’attenzione e della cura dell’altro. Esse sono anche l’ambito privilegiato per la trasmissione della fede, cominciando da quei primi semplici gesti di devozione che le madri insegnano ai figli. Per quanto riguarda gli educatori e i formatori che, nella scuola o nei diversi centri di aggregazione infantile e giovanile, hanno l’impegnativo compito di educare i bambini e i giovani, sono chiamati ad essere consapevoli che la loro responsabilità riguarda le dimensioni morale, spirituale e sociale della persona. I valori della libertà, del rispetto reciproco e della solidarietà possono essere trasmessi fin dalla più tenera età. […] Anche gli operatori culturali e dei mezzi di comunicazione sociale hanno responsabilità nel campo dell’educazione e della formazione, specialmente nelle società contemporanee, in cui l’accesso a strumenti di informazione e di comunicazione è sempre più diffuso».[87]
133. L’arrivo di persone diverse, che provengono da un contesto vitale e culturale differente, si trasforma in un dono, perché «quelle dei migranti sono anche storie di incontro tra persone e tra culture: per le comunità e le società in cui arrivano sono una opportunità di arricchimento e di sviluppo umano integrale di tutti».[115] Perciò «chiedo in particolare ai giovani di non cadere nelle reti di coloro che vogliono metterli contro altri giovani che arrivano nei loro Paesi, descrivendoli come soggetti pericolosi e come se non avessero la stessa inalienabile dignità di ogni essere umano».[116]
199. Alcuni provano a fuggire dalla realtà rifugiandosi in mondi privati, e altri la affrontano con violenza distruttiva, ma «tra l’indifferenza egoista e la protesta violenta c’è un’opzione sempre possibile: il dialogo. Il dialogo tra le generazioni, il dialogo nel popolo, perché tutti siamo popolo, la capacità di dare e ricevere, rimanendo aperti alla verità. Un Paese cresce quando dialogano in modo costruttivo le sue diverse ricchezze culturali: la cultura popolare, la cultura universitaria, la cultura giovanile, la cultura artistica e la cultura tecnologica, la cultura economica e la cultura della famiglia, e la cultura dei media».[196]
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♦Per un primo approccio: Indice dei titoli (paragrafi) della
LETTERA ENCICLICA
FRATELLI TUTTI DEL SANTO PADRE FRANCESCO
SULLA FRATERNITA’ E L’AMICIZIA SOCIALE (001)
Senza frontiere 003
CAPITOLO PRIMO - LE OMBRE DI UN MONDO CHIUSO 009
Senza un progetto per tutti 015
Lo scarto mondiale 018
Diritti umani non sufficientemente universali 022
Conflitto e paura 025
Globalizzazione e progresso senza una rotta comune 029
Le pandemie e altri flagelli della storia 032
Senza dignità umana sulle frontiere 037
L’illusione della comunicazione 042
Aggressività senza pudore 044
Informazione senza saggezza 047
Sottomissioni e disprezzo di sé 051
Speranza 054
CAPITOLO SECONDO - UN ESTRANEO SULLA STRADA 056
Lo sfondo 057
L’abbandonato 063
Una storia che si ripete 069
I personaggi 072
Ricominciare 077
Il prossimo senza frontiere 080
L’appello del forestiero 084
CAPITOLO TERZO - PENSARE E GENERARE UN MONDO APERTO 087
Al di là 088
Il valore unico dell’amore 091
La progressiva apertura dell’amore 095
Società aperte che integrano tutti 097
Comprensioni inadeguate di un amore universale 099
Andare oltre un mondo di soci 101
Libertà, uguaglianza e fraternità 103
Amore universale che promuove le persone 106
Promuovere il bene morale 112
Il valore della solidarietà 114
Riproporre la funzione sociale della proprietà 118
Diritti senza frontiere 121
Diritti dei popoli 124
CAPITOLO QUARTO - UN CUORE APERTO AL MONDO INTERO 128
Il limite delle frontiere 129
I doni reciproci 133
Il fecondo interscambio 137
Gratuità che accoglie 139
Locale e universale 142
Il sapore locale 143
L’orizzonte universale 146
Dalla propria regione 151
CAPITOLO QUINTO - LA MIGLIORE POLITICA 154
Populismi e liberalismi 155
Popolare o populista 156
Valori e limiti delle visioni liberali 163
Il potere internazionale 170
Una carità sociale e politica 176
La politica di cui c’è bisogno 177
L’amore politico 180
Amore efficace 183
L’attività dell’amore politico 186
I sacrifici dell’amore 187
Amore che integra e raduna 190
Più fecondità che risultati 193
CAPITOLO SESTO - DIALOGO E AMICIZIA SOCIALE 198
Il dialogo sociale verso una nuova cultura 199
Costruire insieme 203
Il fondamento dei consensi 206
Il consenso e la verità 211
Una nuova cultura 215
L’incontro fatto cultura 216
Il gusto di riconoscere l’altro 218
Recuperare la gentilezza 222
CAPITOLO SETTIMO - PERCORSI DI UN NUOVO INCONTRO 225
Ricominciare dalla verità 226
L’architettura e l’artigianato della pace 228
Soprattutto con gli ultimi 233
Il valore e il significato del perdono 236
Il conflitto inevitabile 237
Le lotte legittime e il perdono 241
Il vero superamento 244
La memoria 246
Perdono senza dimenticanze 250
La guerra e la pena di morte 255
L’ingiustizia della guerra 256
La pena di morte 263
CAPITOLO OTTAVO - LE RELIGIONI AL SERVIZIO DELLA FRATERNITÀ NEL MONDO
Il fondamento ultimo 272
L’identità cristiana 277
Religione e violenza 281
Appello 285
Preghiera al Creatore 287a
Preghiera cristiana ecumenica 287b