Dentro la Parola

VOI SIETE il sale della terra e la luce del mondo

Quinta Domenica del Tempo Ordinario (9.2.2014). (clicca, a fine articolo, per l'ascolto della lettura automatica).

 

 

Abbiamo ascoltato la parola del Signore.

Il profeta Isaia ci invita alla sincerità del nostro rapporto con Dio che include necessariamente anche il rapporto con i fratelli.  Egli gradisce, dei nostri doni non la carta della confezione ma soprattutto il dono stesso, quello che c’è dentro. Molte volte i pacchi luccicano di fuori sono belli ma dentro sono vuoti. Le nostre pratiche preghiere cerimonie sono belle e utili se contengono una buona sostanza. Non solo parole e sentimenti ma carità fraterna, solidarietà, giustizia, equità, misericordia, perdòno e accoglienza… Ma è vero che anche il dono va ben presentato, con una bella confezione vale di più.

Siamo invitati ad avere una pratica religiosa accompagnata dalla concretezza della carità solidale.

 

Anche San Paolo nella seconda lettura ci invita alla essenzialità: io vi ho presentato non le parole difficili ma innanzitutto Cristo, e Cristo crocifisso. Non è discorsi sublimi e complicati sofisticati astrusi appartenenti addirittura a magia superstizione tutte cose nebulose… Al centro c’è Gesù, uomo come noi e Dio che ci ama fino ad donarsi completamente del sacrificio della croce.

Anche oggi succede di trovare predicazioni astruse, astrali, esotiche, “orientaleggianti” e…  complicate. Il nostro fondamento è concreto,  Cristo, uomo della storia,  crocifisso e risorto. Un Gesù che non solo ha detto e insegnato ma che soprattutto ha fatto. Anzi! Fece e disse! E’ qui la bellezza della nostra fede concreta, che si fonda sull’esempio e la parola di Gesù. Egli è Dio e anche, in tutto, è simile a noi. La nostra è una religione fatta di sentimenti, preghiere, riti e cerimonie - questa è la confezione -  ma soprattutto di coerente vita buona, la vita di veri discepoli e amici di Gesù.

 

Il Vangelo di questa domenica (ho letto anche Avvenire) ci trasmette gioia e riscalda la nostra buona volontà. Gesù ci dice: “Voi, voi siete sale della terra e luce del mondo, voi…”. Questi due simboli, sale e luce, sono proprio donati a noi. Quale grande dono, quale grande dignità sentirsi dire da Cristo, perché lui è veramente il sale e la luce del mondo, che anche noi lo siamo! Ci riempie di gioia. Non dice: “dovete essere e diventare sale e luce…”.  Ma dice: “voi, voi siete”. Così prendiamo coscienza non solo dell’impegno e del dovere, ma anche e soprattutto del dono che il Signore ci ha fatto, e continua a farci ogni giorno. Che meraviglia! Noi possiamo aiutare il mondo a ritrovare e a vivere il senso della vita, possiamo dare al mondo la certezza indispensabile del senso della vita, tanto necessario e ricercato e così spesso non riconosciuto. Quante volte sentiamo dire: “tutto questo è privo di senso”. Noi, per la nostra fede, questo senso della vita ce lo abbiamo, anche nei momenti duri sappiamo che un senso c’è, misterioso ma vero, perché Cristo è con noi.

Ieri ho fatto il giretto del primo venerdì per i malati e quanta sofferenza c’è in molte case, e quanta ricerca di senso, quanti “perché?”. Nel catechismo anche i bambini chiedono: “perché nel mondo c’è il male, perché c’è la cattiveria,         perché c’è il dolore?”. Non è facile rispondere subito ed in due parole… Ma ecco, il Signore ci sostiene. E noi stessi siamo chiamati a sostenere i nostri fratelli con la parola, con la vicinanza, con la solidarietà, con un po’ di tempo donato, con l’aiuto concreto. E sempre, almeno, con la preghiera, preghiera  sincera e aperta alla disponibilità per l’aiuto.

Siamo chiamati a portare qualche cosa di profondo, di saggio, di eterno in un mondo spesso fatto di sole chiacchiere, di tante chiacchiere.

Non nascondiamoci come cristiani. Non nascondiamo Gesù!

Potreste dire: - Non ci mostriamo per umiltà… Non ci piace metterci in vista, non ci piace salire sul piedistallo…  Ma è Gesù stesso che ce lo chiede e, da par suo, dice chiaramente: “vedano le vostre opere buone e diano gloria…” A chi? A chi la gloria? La gloria non a noi stessi, ma a Dio che è nei cieli! Mostriamo, dunque, opere buone, parole buone e sagge e cristiane, ma non chiediamo la medaglia! La gioia del dono da noi dato e ricevuto dai fratelli spinga noi ed i nostri fratelli insieme a lodare e benedire il Signore.

Ho sentito oggi -forse lo riporto in forma imprecisa- che è stata messa all’asta la macchina di papa Francesco quando era in Argentina… Un sacco di soldi (curioso come la gente si attivi!…). Il Papa è messo in luce, ma non per se stesso, bensì per il Signore… Ha donato alla Caritas, per i poveri; messo in luce, ma non per se stesso.

Così non nascondiamo le nostre opere buone, non per guadagnarci noi umanamente, ma perché “ci guadagni il Signore”, che certo ci ricompenserà…

Ricordiamo queste parole belle di Gesù. Noi cristiani, discepoli di Gesù, siamo questo dono di Dio per il mondo. Siamo indispensabili per la vita del mondo. Non nascondiamoci, non nascondiamo Gesù, non vergogniamoci di lui…

Non nascondiamo questo tesoro ai nostri figli e nipoti. È questo il regalo più bello che possiamo donare loro: sono pieni di tante cose, di tante macchinette, e anche macchinoni talvolta, pieni di tante parole, ma spesso vuoti di saggezza, privi proprio di quello che serve di più e per sempre. Hanno bisogno soprattutto di Cristo. Non nascondiamolo! Troviamo i modi semplici e gioiosi per illuminarli senza imporre, ma -come si dice- con la santa pazienza, ritornando alla carica se ci hanno delusi… Non lasciamoci impressionare da chi ci prende in giro, ci emargina, tenta di silenziarci! Ci riprendiamo dallo sconcerto che può prenderci “a botta calda” e… ricominciamo con perseveranza. Essere sale e luce significa essere consapevoli della nostra missione educativa, non dobbiamo rinunziarvi. E attenti ai cattivi maestri di strada, presenti anche nei posti di responsabilità.

Con l’esempio innanzitutto, ma anche con la parola: sale e luce. Gesù ci dona questa vocazione, questa missione,  e ci aiuta con il suo Spirito a svolgerla. Cominciamo sempre con la preghiera.

 

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Presentazione di Gesù - e nostra - al tempio

Celebriamo la liturgia della PRESENTAZIONE DEL SIGNORE AL TEMPIO  rivivendo noi stessi questo episodio della vita di Gesù, Maria e Giuseppe.

La presentazione al tempio è come un offertorio a Dio, un impegno e la consacrazione e donazione della nostra vita a Dio. E' ringraziamento e dono. Maria e Giuseppe pregano Dio - perché il bambino Gesù (e con Lui anche noi)  viva tutta la sua vita al servizio di Dio e dei fratelli. È come l’offerta che facciamo al Signore all’inizio di ogni nostra giornata: sembra un sacrificio ma è una festa perché in questa OFFERTA DI NOI STESSI troviamo il senso della vita. Impariamo giorno per giorno che abbiamo ricevuto il dono della VITA PER conoscere, amare e servire Dio in questo mondo e vivere nella goia sempre con Lui in Paradiso...

È bello celebrare oggi con la presentazione del bambino Gesù anche la giornata per la vita: ringraziamo il Signore, insieme a Maria e a Giuseppe e… ai nostri Genitori, per il dono della vita. RINGRAZIAMO il Signore per la vita dei bambini, ma anche per la vita degli adulti, gli anziani, sani o in difficoltà. Non è semprefacile!  Persino Maria e Giuseppe si stupiscono della vita, degli avvenimenti…  e non comprendono pienamente il mistero.  E già! (Sembra meraviliarsene nche il Blasco...). Perché la vita è mistero. Ecco la fede che ci illumina, guida e sostiene.

 

Direi che questa è la Festa-tipo della famiglia credente. La famiglia di Gesù, evidentemente ha uno… spiccato senso religioso… (!). Viva il tempio di Dio. Viva la DOMNICA...

E le nostre "famiglie cristiane"?

Ci troviamo anche noi, la Domenica,  nel tempio di Dio, alla presenza attenta - e divertita? -  di Dio. Con Gesù, Maria e Giuseppe troviamo altre due persone religiose, piene di fede e di saggezza (quella che è dono dello Spirito): Simeone e Anna, dediti alla preghiera e in attesa di grandi avvenimenti: presto deve avverarsi LA promessa di Dio, la sua VENUTA...

La loro vita, tutta la loro vita.  si svolge vicino a Dio. Ci trasmettono sicurezza, gioia, testimonianza. Ci comunicano lo SPIRITO DELLA FAMIGLIA PICCOLA CHIESA DOMESTICA dove si respira preghiera, parola di Dio, frequenza del tempiogrande… Insomma: nella loro vita DIO C’E’! E' presente, continuamente "presentato".

Il vecchio Simeone esprime il massimo della gioia perché ha finalmente potuto vedere e abbracciare l’atteso, il Salvatore: “ora posso anche morire” perché il sogno si è avverato. Anna - chiamata profetessa - è donna ed... ama parlare: e non "chiacchiera" inutilmente, ma parla incontenibilmente del Salvatore a tutti i presenti.

Nel nostro mondo la fede oggi sembra essere sommersa tra mille cose che luccicano, e anche imbrogliano! Ma anche per noi, oggi, Gesù resta il faro che illumina, che alimenta la speranza. E' ben più della candelina! E' ben più dello stesso sole!...

Gesù viene a vivere e condividere (parola oggi magica!)  la nostra stessa vita, con le nostre stesse difficoltà. Non ci esime da ostacoli e pene, ma ci illumina, ci dà forza, cammina in mezzo a noi, come uno di noi e ci incoraggia. "Io ho vinto la morte!" ci ripete glorioso... E ci sussurra: "Non sei solo e… dimenticato da Dio!". Egli ci precede nel nostro quotidiano cammino, e sempre sulla buona strada.

In questi giorni mentre soffriamo, in Italia (e non solo nel terzo mondo) per alluvioni e disastri fisici, morali, spirituali… non condividiamo l’atteggiamento di quel signore che in televisione dice: “Le istituzioni qualche cosa di positivo l’hanno fatta ma… il padre eterno ce la mette tutta per crearci difficoltà”…

Noi continuiamo ad aver fede ed a  sperare in Dio, nonostante tutto,  perché sappiamo che Gesù non è venuto a toglierci le difficoltà della vita ma a farci compagnia: le ha vissute egli stesso per darci forza, coraggio e speranza, per dire che il Signore non è lontano da noi ma è in mezzo a noi, come uno di noi.

Questa festa (come tante altre nostre feste) è una festa non spensierata, ma cristiana. Nel nostro rosario contempliamo, nei misteri della gioia, la presentazione di Gesù al Tempio: ma come possiamo chiamarlo ministero della gioia se alla Madonna viene predetto: “una spada trafiggerà la tua anima?… “ Così festeggiamo persino lla nostra Madonna… Addolorata… Sono misteri della gioia, si, ma nella speranza e nella fede, di chi è in cammino… Ma c'è sempre gioia di chi è vicino al Signore... parola di... papa Francesco (Evangelii gaudium...).

Le candeline,che tradizionalmente portiamo nelle nostre case, siano segno della luce del Vangelo, specialmente nel “buio” di certe nostre situazioni pesanti…  Le fiammelle siano segno della presenza del Signore vicino a noi, che ci incoraggia a camminare dietro a Gesù, come suoi veri discepoli. Chiediamo al Signore che questa fede  questa speranza ci illuminino sempre. E che la candelina non si spenga mai!...

Anche il nostro tempo, così evoluto sapiente pieno di cose… ha bisogno di Dio, specialmente quando  Dio è dimenticato o non ben percepito.

Il Signore ci risponde sempre nel tempio dela nostra coscienza, dicendo: “Sono presente!”.  La sua presentazione a noi è continua. Rispondiamo anche noi a Dio, ora e sempre: “Presente”. Che vuol dire "sia fatta -anche da me - la tua volontà...  Del resto l’AMEN  che frequentemente ripetiamo è il nostro SI’. La nostra presentazione attiva al Signore, nel tempio della vita….

Presente!”.

Ecco io vengo, Signore, per fare la sua volontà…

Seconda domenica - 19. 01. 2014 

Celebriamo, o meglio, accompagniamo Gesù nell’inizio della sua vita pubblica. qui in chiesa e poi fuori chiesa, perché siamo suoi discepoli. Ci troviamo anche oggi nello scenario del battesimo di Gesù che si lascia battezzare da Giovanni il battista il quale non voleva per umiltà, perché Gesù non ha alcun peccato.

Giovanni compie l’ultimo atto della sua missione: testimonia su Gesù… E la sua testimonianza non è piccola cosa, come  - purtroppo  - la nostra abitudine alle grandi cose ci fa squalificare. Giovanni pronuncia per la prima volta, pubblicamente, chi è Gesù: “ho visto lo Spirito di Dio  posarsi su Gesù… Egli è il Figlio di Dio”.

 

E papa Francesco ci invita a non ripetere a pappagallo le parole del credo… Non ripeterle senza pensare, ma fermarsi a riflettere sulla loro bellezza, significato e importanza.

Dunque nel battesimo di Gesù troviamo la rivelazione della Santissima Trinità e la professione della divinità di Gesù, all’inizio ed alla fine dei Vangeli.

 

R ringraziamo il Signore perché, sia pure distrattamente, questa fede in Dio e nella divinità di Gesù ce l’abbiamo. Tuttavia chiediamo al Signore il dono, la grazia, di credere fermamente e concretamente in Gesù. nostro fratello e figlio di Dio. Diciamolo con parole e con la vita. Con San Paolo della seconda lettura lodiamo benediciamo il Signore continuamente per questi doni della fede. E’ il fondamento della vita personale e di tutti tutto il mondo. Non dunque stanca abitudine.

 

C’è un secondo simbolo nel battesimo di Gesù insegnatoci da Giovanni e promesso dagli antichi profeti (prima lettura, il profeta Isaia, che parla del Messia come del servitore di Dio, del suo sacrificio.

Anche questo dono infinito di Dio, lo professiamo e ripetiamo spesso ma per abitudine e senza dargli la necessaria attenzione.

È il simbolo dell’agnello, l’agnello di Dio… Perché l’agnello? Perché Gesù ci porta la salvezza per mezzo del suo sacrificio. Egli è l’agnello sacrificato, il crocifisso risorto, come nella porticina del tabernacolo è rappresentato agnellino con la bandiera vittoriosa della risurrezione… (Chiamare una bambina della prima comunione perché descriva la porticina del tabernacolo?).

 

San Giovanni battista è come un presentatore che mostra Gesù: “ecco a voi il Messia, è il figlio di Dio ma anche la vittima che sacrifica la sua vita facendo la volontà di Dio fino al sacrificio della croce. Offre non cose, il pane, il vino, l’agnello immolato, fiori… Ma se stesso sulla croce e la sua volontà buona in tutta la sua vita. Qui siamo presso il fiume Giordano, nel battesimo di Gesù, all’inizio della sua missione pubblica. Gesù offre a Dio il suo amore totale, il dono della sua stessa vita per amore nostro. E la sua offerta- fra poco saremo anche noi l’offertorio, l’offerta, sarà soltanto una cerimonia? - non consiste innanzitutto di cose ma Gesù offre, anche noi offriremo la nostra buona volontà, i nostri veri e concreti propositi, la nostra volontà. Per togliere, anche noi, il peccato. Risvegliandoci e accendendo la nostra, nostra, volontà anche quando “ci costa”… sacrificio, appunto! Questa di essere anche noi “sacrificio perenne”, con la nostra volontà di compiere il bene anche quando costa sacrificio…

Ecco il simbolismo dell’agnello di Dio… In pratica significa quello che diciamo - solo a parole? - nel Padre nostro: sia fatta la tua volontà… Cioè: - Vogliamo ubbidire a Te, Signore, anche quando ci costa…

Davvero è un simbolo impegnativo, occorre risvegliare la nostra volontà, il nostro spirito di sacrificio, non fuggire davanti al dovere, al perdono, alla generosità… Questo è il vero offertorio, così davvero riceviamo l’agnello di Dio nella Santa Comunione…

L’abbiamo ripetuto anche con il salmo responsoriale, che magnifica preghiera! “Ecco io vengo Signore, per fare la tua volontà”… Come anche la Madonna risponde a Dio dicendo: “ecco, io sono l’ancella del Signore”.

Accogliamo i comandamenti di Dio, le beatitudini del Signore, la preghiera, le opere buone… Il dovere in casa, in famiglia, nella società, a scuola… L’agnello di Dio è un simbolo molto impegnativo. Come sempre può essere banalizzato col semplice pranzo di Pasqua, la magnata - scusate - dell’agnello, per chi gli piace…

Torniamo a casa con un serio proposito di seguire Gesù come suoi veri discepoli? Cioè ascoltiamo l’invito di Giovanni e di Gesù: “Convertitevi e credete del Vangelo!”. Cambiare vita, stile di vita, seguire e imitare Gesù… Diventeremo anche noi suoi veri discepoli se ogni giorno ci chiederemo: “che cosa desidera Gesù da me?”.

Termino ricordando Sant’Antonio abate e gli animaletti, anche animaloni, portati in chiesa… La cosa più importante non è la curiosità per gli animali, a conoscere e pregare Sant’Antonio e imitare il suo esempio. Egli fece la volontà di Dio, vinse le tentazioni ed il peccato, fu povero e generoso… Chiediamogli di aiutarci ad amare gli animali, le piante, il mondo… Ma soprattutto Dio ed il prossimo.

 

III di Avvento, domenica della GIOIA

    La liturgia, la parola di Dio ci invitano a rinnovare sentimenti di

 gioia

Questa parola rimbalza in tutte le preghiere odierne: è la gioia dell’attesa per la venuta del Signore Gesù, è la gioia dei suoi doni.  Oggi, per noi, una gioia ancora più grande, per il battesimo di un bambino. Quale gioia per il dono di una vita nuova di una creatura, fatta figlio di Dio nel Battesimo!

 Questo tempo di avvento

  ci risveglia

dalle nostre abitudini e suscita i sentimenti più belli. Chiediamo dunque al Signore che ci conceda di prepararci con una rinnovata fede, una  più viva speranza, una più fattiva carità. Riviviamo con fervore l’esperienza di Giovanni il Battista, la gioia sua e quella del suo popolo davanti ad  un evento straordinario: dopo millenni di attesa, di preparazione, di profeti… La gioia dovette essere grande… E tuttavia non fu strepitosa se ad accogliere Gesù furono soprattutto poveri pastori, stranieri, sia pur eminenti quali i Magi, venuti da lontano, non persone di casa…

Gesù, il salvatore, il Messia, nacque nascosto in una stalla, in una mangiatoia, perché non c’era posto - per lui e per loro - nella città… Non fu accolto come un re o un imperatore…

Anche noi oggi, noi popolo e casa di Dio… corriamo l'antico rischio, di attendere solo l’immagine del Natale senza accoglierne davvero la sostanza, Gesù. Un Natale di superficie, di sole abitudini folcloristiche tagliate e non più alimentate dalle più vive radici,  prive di fondate motivazioni…, con motivazioni persino diverse da quelle vere…  Talvolta addirittura nemiche.

Qui, ora, nella santa assemblea

siamo richiamati ad accogliere Gesù nel nostro animo, con una rinnovata e più decisa buona volontà. L’avvento, il Natale, rinnovano in noi lo stesso desiderio buono, puro, genuino, di bene, di fraternità, di cose veramente nuove e valide. Preghiamo il Signore Gesù perché rinasca anche in tutto il suo popolo cristiano questo profondo desiderio, pieno di fondata speranza a riguardo del bene, del bello, del generoso…

 

Giovanni il Battista, il più grande profeta, con la parola e con il forte esempio di coraggio alimenta la nostra gioia anche perché Gesù ci costituisce addirittura più grandi di lui, in quanto suoi discepoli, battezzati, cresimati, alimentati dalla sua parola, dall’Eucarestia, dai suoi sacramenti… Domenica della gioia, dunque perché

possiamo fare cose grandi,

come e più di Giovanni il Battista… addirittura più grandi di quelle di Gesù stesso (Gv 14,12). Ed è gioia anche perché possiamo vedere in questi giorni l'esempio di un grande personaggio dell’Africa, l’opera del cristiano Mandela… Una gioia di chi può, con l’aiuto di Dio, compiere cose grandi, importanti, di salvezza. Anche noi siamo importanti!

 

Anche in questo nostro tempo “difficile” la fede ci offre la capacità di rinnovarci, l’energia per sperare e l’esperienza di pregustare il frutto del nostro lavoro, dei nostri sacrifici, del nostro impegno. Prendere iniziative, non aspettare che siano solo gli altri a  muoversi per primi, ma rimbocchiamoci subito le maniche, con fede, speranza e carità.

Papa Francesco proprio su questa gioia ci ha donato una

Esortazione, che è un po’ il suo programma

- e perciò anche il nostro - di rinnovamento, non per sovvertire e distruggere ma per riscoprire la bellezza, la gioia di essere discepoli di Gesù. http://www.vatican.va/holy_father/francesco/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20131124_evangelii-gaudium_it.html  (puoi leggerla, piano piano...)

 

E allora innanzi tutto cominciamo col ringraziare riconoscere il Signore di questi doni ricevuti e promessi. Sogniamo anche noi con Gesù e con il Papa Francesco, un mondo che si rinnova, sia pure con fatica: certi che il Signore “non si stanca di noi” sue creature e suoi figli, non ci abbandona ma con il suo Spirito e la nostra collaborazione rinnova e ricrea l’opera delle sue mani… Ringraziamo il Signore di questa Eucaristia che stiamo celebrando, di questo incontro con Lui e fra di noi, segno della nuova umanità.

Via la pigrizia, la stanchezza, l’accidia, la viltà e la paura di affrontare gli ostacolo… Il caldo, il freddo, i futili motivi, la leggerezza… Diventiamo più svegli, più furbi - nel senso buono - nel fare scelte valide, intelligenti, fruttuose…

Rinnoviamoci e... tutti insieme

A questo ci chiama il Signore, questa è la salvezza che ci offre, e da accogliere  non pigramente ma in collaborazione attiva e creativa, piena di speranza. Decidiamoci a fare scelte buone, di ciò che vale veramente, di ciò in cui vale la pena impegnarsi e spendere la propria vita, il proprio tempo, le proprie energie.  per sé e per gli altri…  insieme. Come possiamo permetterci di rinunciare a dedicarci con più matura consapevolezza al futuro dei nostri figli, dei giovani, per un mondo più bello? Non lasciamo perdere! Vinciamo lo scoraggiamento! Magari a piccoli passi…

 

Intensifichiamo la nostra riflessione, la preghiera, il silenzio, le opere buone,

 Riviviamo la gioia dei primi discepoli di Gesù, i primi a vedere e udire, dopo millenni di attesa, i segni della redenzione vicina. La gioia di Giovanni il Battista che annuncia e vede, in carcere, la propria liberazione... lui, che l’aveva annunciata... lui che per essa è  giustiziato!

Ci fa pensare… Perché questa gioia di Gesù è un dono non già confezionato e pronto all'uso.! E’ un dono in progress,  un dono che si realizza giorno per giorno, fino all’oggi, dopo 2000 anni, di vita e di fede operosa, non miracolistica, magica, meccanica, impersonale… Il Signore non ci tratta come marionette, comandate o telecomandate da fili più o meno nascosti… Ma lavora nel nostro spirito, nella nostra personalità, nella nostra dignità, nel potenziale di intelligenza, amore, intraprendenza, creatività, buona volontà, generosità.

 

I ciechi vedono i sordi odono gli zoppi camminano i morti risorgono ai poveri è annunciato il Vangelo… C’è contrasto nella vita di Giovanni, come nel nostro tempo, tra fede e realtà… Si, perché la fede è sempre in cammino, non è un traguardo finale già raggiunto; proprio per questo celebriamo di nuovo un avvento di speranza, un nuovo Natale di quel Gesù che è già venuto una volta per sempre ma che non è ancora stato accolto pienamente neanche dai suoi…

 

Stiamo crescendo, maturando, come singoli discepoli e come popolo di Dio: è’ una gioia, che anche ci costa un po’, ed è preziosa. Il santo padre Francesco ci ricorda continuamente con la sua persona, il suo esempio, la sua vita, la sua parola, la sua ricerca di viva comunicazione, questa gioia, la gioia del Vangelo. Per questo noi ringraziamo il Signore e diciamo veramente il nostro alleluia perché Gesù, a cominciare dalle nostre case, sia messo al centro della vita. Perché la sua gioia sia in noi e questa gioia sia piena…  

 E non facciamo finta

di non sapere che questa gioia deve essere portata

innanzitutto ai poveri,

ai poveri, ci dice Gesù, e ci ammonisce insistentemente papa Francesco, come centralità del messaggio cristiano, ineludibile, (teologica), da non surrogare con apparenze di fede, elusiva, evanescente, nebulosa, sentimentale.  

Ai poveri è DAVVERO annunciata la gioia del Vangelo?

Una vera e buona giustizia, per tutti? Non vendetta, non invidia…, discepoli ed emuli di Gesù “il  mite ed umile di cuore” con pazienza instancabile, la stessa dell’agricoltore della seconda lettura, che semina, cura e coltiva  con amore la terra e attende operosamente e fiducioso… Una gioia attiva fondata su Gesù, nato, morto, risorto.

 

27 ottobre - Ancora sulla preghiera

 

Appunti sulla parabola del fariseo e del pubblicano

  

Gesù insiste sull'insegnamento della preghiera. Non solo PERSEVERANTE [domenica scorsa] ma anche (veramente) umile.

 

La preghiera del "fariseo" non è preghiera. E' una farsa. una commedia, è comica, nella sua tragicità.

Le peggiori bugie, purtroppo, le diciamo a noi stessi (e le postiamo persino in Dio).

 

Ma poiché amo i farisei ("in cui non c'è falsità" ...a )  credo di dover dire che...

  

è preferibile il fariseo che almeno paga le tasse, ubbidisce alla legge, e si dedica alla preghiera

piuttosto del parolaio che ha la bocca e le mosse piene di "umiltà PELOSA" e che non si sa mai cosa vuole...

Troppi "cristiani da salotto" approvano (mediatically correct) tutti gli insegnamenti di Gesù senza neanche toccarli con un dito...a

CHI HA  TEMPO per la preghiera?  Chi vi si dedica?  Ecco. meglio una preghiera (un po'!) farisaica (e un po' lo sarà sempre!!!!!) che una assenza completa di preghiera... perché non c'è tempo, perché non sonop degno di disturbare l'Altissimo, perché è tempo perso, perché...

  

Magari fossimo almeno farisei! Davvero il meglio è nemico del bene....

Copminciare dalle FAMIGLIE. Se no sono solo chiacchiere e illusione! Magari fossimo ipocriti! perché essere "illusi" (cioè pappagallescamente convinti) è peggio dell'ipocrita, che agisce male ma, almeno, sa e può, quindi correggersi...

L'illuso, invece, se non viene fortemente shoccato, continuerà così in eterno... 

  

Per farla corta... BISOGNA RICOMINCIARE DALLA PREGHIERA